mercoledì 1 luglio 2009

Giornalismo "fai-da-te"

Chiunque abbia studiato giornalismo conosce Carl Bernstein e Bob Woodward. Si tratta dei due reporter del Washington Post che nel 1972 fecero scoppiare sulle pagine del loro giornale lo scandalo Watergate, che portò due anni dopo alle dimissioni dell’allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Uno degli esempi più significativi di come dovrebbe essere il giornalismo investigativo (“watch-dog” della classe politica e non cane da compagnia), una delle testimonianze più famose del potere che ha la carta stampata.
Da allora avranno senza dubbio dispensato migliaia di consigli a giovani aspiranti giornalisti, davanti ai quali sono stati chiamati negli anni a raccontare la propria esperienza: aule universitarie, scuole di giornalismo, videoconferenze. A partire da oggi finiranno invece su YouTube, all’interno del canale Reporters’ Center lanciato per addestrare i giornalisti alla professione. Si potranno trovare materiali video, istruzioni e consigli di firme prestigiose, tra cui anche quelli di Bernstein e Woodward.
Abbiamo iniziato la storia di questo blog postando un commento sulla natura dell'informazione ai nostri giorni, che viaggia sempre più sulla rete e ha la fisicità di "schegge" impazzite. Ci sembra interessante ora inserire quest'ultimo post prima dell'esame con la notizia del nuiovo canale di YouTube. Se il giornlismo del futuro è su Intenet, allora ci penserà la rete stessa a formare i nuovi professionisti dell'informazione.

giovedì 18 giugno 2009

E' la volta dell'Olanda

Se la Francia si è fermata, l'Olanda prova a partire. La commissione giustizia della Camera olandese ha discusso ieri un rapporto sul diritto d'autore, e ha deciso di proporre ai ministri di Giustizia e Finanza un progetto di legge che punisca chi scarica matriale protetto da copyright.
Quale sarà la reazione del governo olandese, anche sulla scia di quanto accaduto recentemente in Francia?

lunedì 15 giugno 2009

Una "rete" per difendersi dagli stage

L'esperienza di stage accomuna tutti gli studenti universitari. Per molti sono obbligatori durante il periodo degli studi, per tutti sono consigliati una volta conquistata la laurea, in quanto strumenti utili per conoscere il mondo del lavoro ed insersi al suo interno. Il problema è che ormai le aziende sfruttano questa situazione a proprio vantaggio. Se dieci anni fa la percentuale di assunzione dopo il periodo formativo era pari al 46,5% (dati AlmaLaurea) ora si attesta al 26,5% e solo uno su quattro avrà un contratto al termine del periodo di stage. Una situazione che denuncia un vero e proprio sfruttamento. Per questo due anni fa è nato un blog, ora diventato testata online, che si prefigge lo scopo di difendere tutti gli stagisti d'Italia.
La "Repubblica degli stagisti" raccoglie esperienze, informazioni e proposte per aiutare gli aspiranti stagisti. Nel sito si può trovare la "Carta dei diritti dello stagista" e una lista delle aziende che aderiscono ai punti della "Carta" e che sono contrassegnate dal "Bollino OK stage". Un utile strumento per evitare che lo stage diventi tempo perso.

Solo Internet resiste alla crisi della pubblicità

C'è sempre meno pubblicità in giro per l'editori. I dati dell'istituto Nielsen Media Resarch non lasciano dubbi. Nel primo quadrimestre del 2009 gli investimenti pubblicitari sono stati pari a 2.860 milioni di euro, con un saldo negativo del 18% rispetto all'anno precedente. Considerando solo il mese di aprile è stato registrato un -17%: la tv ha perso il 15% e la carta stampata il 25% . Solo Internet si è mostrato in controtendenza, avendo fatto registrare nel mese di aprile un +6,7%.

domenica 14 giugno 2009

Se il digital divide parte dalla scuola

Gli editori italiani volevano dare una scossa di modernità alla scuola ma si sono scontrati con una durà realta: in molti istituti e in molte famiglie internet non è ancora la norma. Le case editrici si stanno infatti attrezzando per offrire libri scolastici in versione cartacea che prevedano delle integrazioni sostanziali via internet, ma in un incontro all'Unione industriali di Torino di due giorni fa hanno lamentato l'arretratezza dell'Italia in questo settore.
Se una volta mancavano gessetti e cancellini oggi mancano le connessioni alla rete: una storia che ritorna...

venerdì 12 giugno 2009

Explorer non più automatico

Alla fine la Commissione Europea ha avuto ragione: nella Ue Microsoft venderà il sistema operativo Windows 7 senza il browser Explorer. Bruxelles aveva già multato in passato la società di Bill Gates per abuso di posizione dominante, perchè installava automaticamente il proprio browser e non gli altri concorrenti come Firefox o Safari.
Le percentuali di utilizzo mostrano una situazione di vantaggio di Explorer (66%) rispetto agli due pretendenti, che raccolgono insieme una fetta di utenti pari al 31%. Chissà che in virtù di questa decisione in futuro questi numeri non siano destinati a cambiare.

giovedì 11 giugno 2009

Hadopi: niente più sanzioni

La connessione ad internet è un diritto fondamentale del cittadino e quindi nessuna autorità può alienarlo. Con questa premessa il Consiglio Costituzionale francese ha difatto bloccato la legge anti-pirati varata qualche settimana fa dal governo Sarkozy, riducendo di molto gli interventi concessi all'Hadopi. L'autorità potrà infatti controllare gli utenti e avvisarli in caso di comportamenti scorretti, ma non potrà negare l'accesso a internet.
La querelle senza dubbio continuerà.

mercoledì 10 giugno 2009

I Cinesi non ci stanno

I Cinesi si ribellano al programma ministeriale che impone ai costruttori di pc di dotare gli apparecchi di un software (Green Dam-Youth Escort) che dal primo luglio blocchi automaticamente i siti indesiderati. In un sondaggio, reso noto dal Wall Street Journal, l'83% degli intervistati ritiene l'installazione una violazione della privacy.
Il governo ha dichiarato di voler frenare con questa iniziativa l'accesso ai siti pornografici, ma il rischio che rientrino tra i siti sgraditi anche quelli che portano avanti un informazione contraria al governo è forte.

Che fine faranno i nostri blog?

Su 133 milioni di blog, solo il 5% (7,3 milioni) è stato aggiornato negli ultimi quattro mesi. A dirlo è il New York Times, che ha citato una ricerca svolta da Technorati, il maggior motore di ricerca e aggregazione delle conversazioni in rete. Questo vuol dire che il 95% dei blog non è stato più curato di recente dai responsabili, che forse hanno creato una propria pagina sull'onda dell'entusiasmo e della moda e si sono ritrovati ad un certo punto del cammino senza più niente da dire.
Riusciranno i nostri blog a rimanere all'interno di quel 5%?

lunedì 8 giugno 2009

Stati Disuniti d'Europa

L'affluenza maggiore alle elezioni europee si registrò nel 1979, con una percentuale del 61,99. Era la prima volta che si votava per eleggere il Parlamento Europeo ed i cittadini risposero in maniera abbastanza positiva. Da allora la percentuale di votanti è diminuita costantemente: nel 1999 è scesa per la prima volta sotto il 50%, fino al dato di quest'ultima tornata elettorale, 42,85%, che ha fatto registrare una diminuzione di tre punti rispetto al 2004.
Anche in Italia, in confronto a cinque anni fa, gli elettori sono dimunuiti del 6%, ma l'affluenza è stata comunque del 65%. Un risultato decisamente sopra la media europea, degno della posizione di Paese fondatore della Comunità Europea. Un ruolo che la Francia invece sembra non sentire, dal momento che le proiezioni davano un astenzionismo del 60%, in linea con le elezioni del 2004.

domenica 7 giugno 2009

Quanto siamo Euroscettici?

Mentre nel resto d'Europa ancora si sta votando, c'è una nazione in cui i seggi si sono già chiusi: l'Olanda. Sono così disponibili i primi dati definitivi circa l'affluenza alle urne. Nei Paesi Bassi si è assestata sul 40%, in salita rispetto alle consultazioni del 2004.
Anche in Francia, stando ai dati provvisori delle ore 12, è stato registrato un lieve aumento: 14,8% contro il 13,6% di cinque anni fa. Nota negativa invece fino ad ora l'Italia. Alle 12 erano andati a votare il 30,7% degli aventi diritto, con un calo di tre punti rispetto alla tornata del 2004. Apettiamo i dati definitivi prima di esprimere un giudizio...

Elezioni in tempo reale

Weekend di elezioni nel nostro paese. Proviamo a vedere come i due maggiori quotidiani online hanno deciso di seguire l'evento.
Nella homepage di Repubblica è la prima notizia: da qui si può accedere allo "Speciale", dove verranno inseriti i risultati in tempo reale dopo le 22 di domenica, e alla "Diretta", dove compaiono dei brevi aggiornamenti sotto forma di take che rendono conto dell'andamento delle operazioni di voto in Italia e all'estero.
Anche il Corriere ha una sezione "Speciale" dove verrano inseriti i risultati. Mentre per quanto riguarda l'andamento delle votazioni il Corriere ha scelto di costruire un articolo per ogni news, costringendo il lettore ad entrare più in profondità nel sito. Un scelta decisamente più azzeccata.

venerdì 5 giugno 2009

Social network: quando la moda cambia lui pure cambia...

Nel mese di aprile i siti di social networking hanno fatto registrare una crescita media di visite dell'83% rispetto allo scorso anno. Questa è la notizia riportata oggi da Corriere.it, che riprende i dati forniti dall'istituto di analisi del traffico web Nielsen.
Tenendo in considerazione il solo mercato americano, in testa a tutti c'è Facebook (in un anno una crescita del 733% dei minuti online trascorsi dagli utenti) che ha scalzato dal primo gradino del podio Myspace (i minuti online sono passati da 4,9 milioni a 7,2 milioni). Ma il vero fenomeno da tenere in considerazione per il prossimo futuro è Twitter, piattaforma di microblogging che permette di dare notizie circa le nostre attività attraverso testi di 140 caratteri: tra marzo ed aprile i suoi utenti sono passati da 17 a 32 milioni. C'è da aspettarsi l'ennesimo passaggio di consegne al vertice?

giovedì 4 giugno 2009

I primi passi del motore di ricerca Bing

Ci sono già i primi dati per quanto riguarda il nuovo motore di ricerca lanciato da Microsoft, Bing. Il primo giugno, al termine della sua prima “giornata di lavoro”, aveva elaborato il 6,35% di tutte le ricerche fatte nel mondo. Il risultato è stato possibile grazie agli utenti di MSN e Live Search, che sono stati reindirizzati nelle loro ricerche sulla home page di Bing. La scalata al colosso Google è appena iniziata…

mercoledì 3 giugno 2009

Pericolo hackers alla Biennale di Venezia

I pirati informatici del sito Piratebay.org sono sbarcati alla Biennale d’Arte di Venezia. Mentre oltralpe si discute animatamente della nuova legge anti-pirateria, la manifestazione lagunare che partirà il prossimo 7 giugno verrà sfruttata dagli hackers della rete per ribadire il proprio no al copyright. L’iniziativa è di S.a.L.e., lo spazio espositivo negli ex Magazzini del Sale gestito da attivisti dei centri sociali, che in occasione della Biennale proporrà il progetto “The Embassy of piracy” ospitando i pirati informatici del sito Piratebay.org, contro i quali il Governo Italiano ha già annunciato che si costituirà in giudizio. Negli ex Magazzini del Sale verrà allestito uno spazio dal quale sarà possibile scaricare di tutto: dai libri ai video, dalla musica alle foto. Il tutto fatto nella speranza che la “sindrome Hadopi” non contagi l’intera Europa.

martedì 2 giugno 2009

A.A.A. utenti italiani cercasi

Stando ai dati raccolti dall'agenzia ComScore nel mese di aprile sono stati 21,23 milioni gli italiani che hanno navigato sul web, trascorrendo in media 19 ore e visitando 1.790 pagine. Sono stati presi in esame 17 Paesi europei, e l'Italia è risultata essere quinta in classifica per numero di utenti unici.
Mettendo in rapporto il dato riscontrato con il numero di abitanti (60 milioni) la nostra nazione rimane ancora indietro rispetto ad altri tre grandi Paesi europei. La Germania può vantare 40 milioni di utenti su una popolazione di 82 milioni; in Francia (64 milioni) e Gran Bretagna (61 milioni) sono stati invece registrati 36 milioni di navigatori unici.
L'Italia è ancora un paese per vecchi...

venerdì 29 maggio 2009

Wikipedia vs Eco: gli idoli son caduti

Wikipedia è affidabile quasi quanto Umberto Eco. A dirlo è la rivista specializzata Wired.it, che ha confrontato un breve saggio pubblicato dallo studioso su Repubblica sul tema la "leggenda della terra piatta" e le voci che l'enciclopedia dedica all'argomento. Il risultato è stato che quasi il 90% delle informazioni fornite da Eco erano presenti nelle pagine di Wikipedia. Si tratta senza dubbio di una provocazione, ma non si può negare che la collaborazione fra tutti gli utenti del web porti ad un livello di saperi notevoli, che potrebbero anche entrare in competizione con i canali accademici tradizionali.
Cosa ne pensate voi? Ritenete Wikipedia una fonte affidadile da consultare?

martedì 26 maggio 2009

Riciclare la "carta" conviene

“Quello che state stringendo tra le mani è l’ultimo numero cartaceo della nostra rivista. A partire dalla prossima uscita le pubblicazioni continueranno solo nella versione ondine”. Fino a qualche anno fa questa frase sarebbe potuta essere scambiata per la battuta di qualche film futuristico. Oggi si tratta semplicemente della realtà.
I lettori del mensile statunitense “Presstime”, edito dalla Newspaper Association of America, insieme al numero di maggio, si sono visti recapitare una lettera all’interno della quale l’editore annunciava loro la sospensione delle pubblicazioni cartacee. A partire dal mese giugno le notizie saranno riportate solo nella versione per il web.
Secondo le stime riportate dal New York Times, l’associazione risparmierà in questo modo circa 500 mila dollari l’anno. Un risparmio notevole, che potrebbe indurre altri editori a seguire l’esempio. Chi sarà il prossimo?

venerdì 15 maggio 2009

Il Sole 24 Ore: un mondo di servizi in un click

Visitando il sito del “Sole 24 ore” si nota subito la differenza con gli altri quotidiani online. Le notizie sono infatti solo una parte dell’offerta, che si articola in maniera approfondita attraverso tantissimi altri servizi per gli utenti. Il sito è diviso in cinque sezioni visualizzate nella barra sotto la testata: News, Money, Professionisti, B28, Servizi.
News: sezione dedicata alle notizie divise tra Economia e lavoro, Finanza e mercati, Italia , Mondo, Sport, Cultura e tempo libero, Norme e tributi. A corredo delle notizie ci sono riquadri dove è possibile scaricare ed avere informazioni sulla compilazione di documenti come il 730, Irap e simili, oppure accedere ai dossier e alle analisi speciali come la guida ai bilanci 2008 o sulle nuove tecnologie con consigli e informazioni sulle nuove leggi approvate, o ancora visionare e chiedere in abbonamento le quotazioni finanziarie in tempo reale e i Programmi dell’Unione Europea che erogano fondi.
Money: si offre il listino azionario Italia diviso per lettere alfabetiche, l’andamento degli indici di borsa, grafici sui cambi e sull’andamento del Pil e della disoccupazione nelle principali nazioni. A corredo si possono utilizzare servizi come il calcolo della pensione, delle spese universitarie, oppure a pagamento si offrono agli operatori finanziari le analisi dettagliate di "Sole 24 Ore multimedia".
Professionisti: si riportano i decreti, le delibere, le sentenza della Cassazione in materia di sicurezza sul lavoro, appalti, edilizia, fisco, finanziamenti, pubblica amministrazione e quanto altro può essere utile a chi lavora. A corredo si offrono prodotti come le guide agli enti locali o al Diritto e alla pratica amministrativa, ed ancora linee di software gestionali per la contabilità, il bilancio e le dichiarazioni fiscali.
B2B: sezione dedicata a "Il Sole 24 Ore Business Media", il nuovo polo nato nel luglio 2007 e dedicato alla “business information”. Vengono visualizzati vari prodotti multimediali e integrati che spaziano dall’agricoltura all’architettura, dall’edilizia alla comunicazione.
Servizi: ci sono una serie di applicazioni offerte all’utente come la newsletter del Sole 24 Ore, il meteo, le mappe geografiche per cercare indirizzi, ristoranti o alberghi, il motore di ricerca per voli, news e programmazione cinematografica.
Insomma il sito del "Sole 24 Ore" appare davvero come un mondo di servizi studiato per soddisfare a 360 gradi chi opera nel campo dell’economia e della finanza. Una scelta in controtendenza rispetto alla versione cartacea, che negli ultimi anni si è invece aperta al pubblico generalista.

lunedì 11 maggio 2009

Repubblica vs Ansa: chi influenza l'altro?

Oggi ho provato a tenere sotto controllo per circa mezz’ora i siti di Repubblica e dell’Ansa in maniera incrociata, per vedere in che modo venivano seguite ed aggiornate le notizie di primo piano. Qui di seguito il resoconto.
Ore 14.30 : L’Ansa tiene in primo piano la notizia della sentenza d’appello che ha riportato in libertà Roxana Saberi, la giornalista iraniano-americana condannata inizialmente ad otto anni dalle autorità di Teheran per spionaggio in favore degli Stati Uniti. Nell’articolo si riporta la dichiarazione rilasciata all’Ansa dall’avvocato della giornalista, che spiega il risultato della sentenza. La notizia è stata battuta alle 13.47 ed è ancora in primo piano. Sul sito di Repubblica è la seconda notizia dell’home page. L’articolo non è firmato, ed oltre alle informazioni date dall’Ansa ricostruisce lo sviluppo della vicenda. Insieme al pezzo c’è un video con l’intervista al padre della giornalista, fatta però prima della sentenza d’appello.
Ore 14.41: L’Ansa aggiorna il primo piano. La notizia è che le entrate del fisco di gennaio-marzo sono calate del 4,6% per una perdita di 4 miliardi di euro. Nel pezzo si danno anche i dati Istat sul calo della produzione industriale in Italia a marzo, diffusa un po’ in tutti i settori tra i quali anche quello degli autoveicoli.
Ore 14.46: Repubblica sostituisce la seconda notizia dell’home page, che diventa il calo delle entrate del fisco. Dal pezzo dell’Ansa non vengono però ripresi i dati sulla produzione industriale.
Ore 14.50: La prima notizia dell’home page di Repubblica è la stessa da venti minuti. Il titolo è: “Il Consiglio d’Europa all’Italia/”Basta respingimenti di migranti”. Solo la foto è stata cambiata nel frattempo (vedi foto in alto). Nell’articolo si riportano le dichiarazioni del commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg, che chiede all’Italia di cessare la politica dei respingimenti. L’articolo è corredato da un video di Repubblica tv che parla degli immigrati respinti in questi giorni e da altri due pezzi: un intervento del cardinale Dionigi Tettamazzi tratto dal suo ultimo libro e il pezzo uscito al mattino sul giornale dell’inviato da Lampedusa Francesco Viviano, riportato interamente a parte l’ultimo capoverso.
Ore 15.09: L’Ansa cambia il proprio pezzo sull’immigrazione, aggiungendo le dichiarazioni del commissario europeo, che si specifica sono state rilasciate all’Ansa, e riportando il titolo: “Consiglio Europa a Italia: stop respingimenti”. In precedenza infatti il pezzo si intitolava “Frattini: rispettiamo una regola europea”, e riportava le dichiarazioni di difesa del ministro Frattini. In questo caso sembra che l’Ansa sia stata influenzata dalla linea seguita da Repubblica, arrivando a ripetere quasi identico il titolo.
Solo una coincidenza?

venerdì 8 maggio 2009

Una "rosa" senza spine: ovvero la notizia la fai tu.


Da ieri la versione online della “Gazzetta dello Sport” ha subito un nuovo restyling. Il sito della “rosa” di Milano era già uno dei migliori sulla piazza per interattività e grafica, ora è arrivato quest’ulteriore passo in avanti. Visitandolo si notano subito i nuovi accorgimenti grafici che rendono le pagine più leggere e semplici da navigare. I contenuti sono stati maggiormente verticalizzati, i servizi e i prodotti connessi sono stati divisi per area tematica in modo che ognuno possa raggiungere facilmente l’area d’interesse.
Ma la linea guida principale seguita dalla redazione è stata un’altra: far entrare i lettori nella notizia. Come? Permettendogli di commentare le notizie e dire la propria sugli argomenti di discussione proposti.
In fondo in un paese come il nostro, dove ci sono 56 milioni di commissari tecnici e dove lo sport è sempre stato l’argomento di discussione preferito, gli articoli dei quotidiani sportivi hanno spesso rappresentato delle “spine”, qualcosa che dava fastidio, perché ognuno aveva la propria opinione e la riteneva migliore di quella del giornalista che aveva scritto il pezzo. Ora che la visione di eventi sportivi è alla portata di tutti questo fenomeno si è esteso ulteriormente, trasformando ogni telespettatore in un potenziale giornalista sportivo.
La Gazzetta ha cavalcato quest’onda. Le “spine” sono state ridotte al minimo, qualche riga di notizia corredata da foto e video e poi spazio ai commenti dei lettori, ai forum di discussione. Un altro ulteriore passo in avanti è stata la creazione di “GazzaSpace”, la community di Gazzetta.it: iscrivendosi è possibile commentare gli articoli, creare una propria pagina e fondare gruppi con chi condivide le stesse passioni. Insomma un’iniziativa in pieno stile “Facebook”.
Secondo voi è un modello esportabile anche agli altri quotidiani online o si tratta di un’anomalia dovuta alla particolarità del giornalismo sportivo.
Visitate il sito della Gazzetta e dite la vostra.

martedì 5 maggio 2009

Le classifiche non le fa solo Bowen Craggs

Se dico Bowen Craggs & Co penso saprete tutti a cosa mi riferisco. Nell’ormai lontana ultima lezione il prof. Alfonso ci ha fatto scoprire questo gruppo d’analisi legato al “Financial Times” che ogni anno valuta i siti web delle imprese commerciali di tutto il mondo e stila una classifica dei migliori. Anche dalle nostre parti però non siamo sprovvisti di premi e classifiche.
Lo scorso 24 aprile l’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica ed Istituzionale ha assegnato i sei premi “Innovazione 2009”. Nata nel 1990 con lo scopo di diffondere la cultura della comunicazione e garantire la professionalità dei comunicatori pubblici, l’associazione giudica annualmente progetti già attivi in amministrazioni che operano in diversi settori e servizi nazionali. Quest’anno sono stati 72 i progetti giudicati.
Nel caso di Bowen Craggs i criteri di giudizio erano ben esplicitati, ed abbracciavano otto punti:
1) Struttura del sito; 2) Messaggio comunicato; 3) Contatti; 4) Servizi per la comunità; 5) Servizi per i media; 6) Servizi per gli investitori; 7) Servizi per chi cerca lavoro; 8) Servizi per i clienti.
Per quanto riguarda l’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica i criteri sono più generici e fanno riferimento semplicemente ad un utilizzo moderno ed avanzato delle nuove tecnologie nella pubblica amministrazione.
Tra i sei premi spicca quello assegnato al sito della Farnesina, perché è l’unico Ministero premiato tra le 72 Istituzioni prese in considerazione. La motivazione è stata la seguente: “Per il miglioramento del sito nell'ampiezza delle informazioni disponibili che riguardano insieme l'attività' del ministero, delle strutture all'estero e del ministro. I servizi disponibili sono stati implementati e scanditi in un’ottica di comunicazione di servizio più vicina alle esigenze pratiche dei fruitori”. Una definizione molto generica (sicuramente distante dalla precisione di Bowen Craggs & Co) che non può nemmeno essere presa come modello dalle amministrazioni che volessero provare a migliorare i propri siti. Eppure di modelli positivi ne servirebbero in gran quantità vedendo i giudizi negativi espressi nei confronti dei servizi web delle istituzioni pubbliche ( clicca qui per saperne di più).

venerdì 1 maggio 2009

Ansa e Upi in rete: un oceano di distanza?

Sono tante le agenzie di stampa italiane che forniscono servizi e notiziari a livello nazionale. Tra di essi la più prestigiosa è senza dubbio l’Ansa, sia per la propria storia che per i numeri che può mettere in campo. L’Agenzia Nazionale della Stampa Associata fu istituita nel gennaio del 1945, per sostituire la storica Agenzia Stefani, ed attualmente è una cooperativa di trentasei soci editori dei principali quotidiani italiani. Può vantare ventidue sedi in Italia, 400 giornalisti (quattro volte tanto quelli della seconda agenzia più strutturata, l’Agi), e una media di 1300 notizie al giorno. Questi numeri così imponenti si riflettono però in negativo sulla versione on-line, perché danno vita ad un’informazione eccessiva e disordinata. Negli ultimi anni anche le agenzie di stampa hanno infatti deciso di sfruttare le potenzialità della rete forti di due caratteristiche intrinseche che ben si sposano con internet: la sinteticità e l’aggiornamento in tempo reale.
Il sito dell’Ansa non viene meno a queste due peculiarità (in alto è presente per esempio un ticker dove scorrono gli ultimi lanci d’agenzia), ma li offre all’utente in maniera troppo disordinata. Le notizie sono distribuite all’interno delle cinque colonne senza una gerarchia che permetta di individuare quelle più importanti, o di capire la categoria a cui appartengono. Le sezioni “Primo piano”, “In breve”, “Speciali”, “Approfondimenti” e “Altre notizie” non sono ordinate e distinte in maniera chiara, ed al centro della pagina campeggia una foto con alcuni articoli collegati che non viene in alcun modo etichettata e che entra in contrasto con la notizia in primo piano situato a fianco. La pagina risulta inoltre troppo scritta, perché di tutte le notizie viene fornito l’attacco, e questo dà un’impressione di pesantezza e di scarsa leggibilità.
Facendo un salto al di là dell’oceano siamo andati a visitare il sito di un’agenzia di stampa statunitense, l’Upi (United Press International), per paragonare le due versioni on-line. Anche in questo caso si tratta di un’agenzia storica fondata nel 1907 dal magnate Edward Wyllis Scripps, che dopo alcuni problemi finanziari è stata acquistata nel 2000 dalla “US Media Corporation” del reverendo evangelista Pat Robertson.
La homepage strutturata su tre colonne appare molto leggera e leggibile. Delle notizie appare solo il titolo, cliccando sul quale si può leggere il testo intero. Nel frame di sinistra è visibile un rullo continuamente aggiornato di dieci foto-notizie da scorrere, mentre sotto compare la sezione delle “Top news”. Al centro della pagina una foto introduce l’articolo sulla questione del giorno “Issue of the Day”; sotto di essa l’elenco con le notizie più recenti “Latest Headlines”. Tutte le altre notizie sono invece ordinate sotto il titolo della sezione di appartenenza. Nella barra in alto sono infine visualizzate le varie sezioni, ma non è presente un ticker con i lanci d’agenzia. Un servizio che l’Upi ha deciso di non fornire ai propri utenti, a differenza di quanto fatto dall’Ansa.
Confrontate anche voi i due siti e dite la vostra.

martedì 28 aprile 2009

Agenzie di stampa e diritto d'autore: il caso AP

Ogni giorno 15 mila giornali, radio e televisioni di tutto il mondo utilizzano i servizi dell'Associated Press. L’AP, attiva negli Stati Uniti dal 1848, è una delle agenzie di stampa più autorevoli e sviluppate del pianeta, potendo contare su 3700 dipendenti e 242 uffici di corrispondenza. Nel corso della sua lunga storia ha raccolto quarantanove premi Pulitzer, trenta dei quali per i propri servizi fotografici. L’agenzia ha un archivio online di 10 milioni di foto su 500 mila soggetti ed annovera alcuni dei migliori fotografi di tutto il mondo, che permettono all’AP di distribuire più di mille foto ogni giorno. Proprio per colpa di una di queste foto è nata negli ultimi tempi una controversia legale tra l’agenzia e il disegnatore Shepard Fairey, autore di alcuni manifesti per la campagna elettorale di Barack Obama.
Il disegno di Fairey è stato eseguito di prima mano, partendo però da una foto scattata da Mannie Garcia per conto dell’AP. Dal momento che l’artista non ha in alcun modo fatto riferimento alla proprietà della foto, l’agenzia ha deciso di denunciarlo per violazione del copyright.
Fairey ha ammesso di essersi ispirato alla foto, che avrebbe trovato facendo una ricerca su Google Images, ma ha fatto appello alle eccezioni presenti nelle normative del copyright che permettono di usare liberamente un prodotto intellettuale altrui purché utilizzato per scopi di rilievo sociale e non di lucro, e finché non confligga con lo sfruttamento commerciale dell’opera. A testimonianza di ciò Fairey ha confermato che il disegno si può scaricare liberamente dal suo sito internet, ed ha anche aggiunto che dopo il suo disegno il valore della foto di Garcia è “sicuramente aumentato”(clicca qui per leggere le dichiarazioni che Fairey ha rilasciato in merito).
La questione legale è ancora aperta, ma già il pubblico si è diviso tra sostenitori e accusatori di Fairey: da una parte stanno quelli che chiedono la circolazione gratuita dei prodotti culturali nella rete, dall’altra invece chi difende a spada tratta il diritto alla protezione dell’opera intellettuale.
Questa controversia ha quindi rinnovato l’annoso problema del copyright e della libertà d’espressione in rete. L’arrivo di internet ha costretto in questi anni a rivedere le leggi in materia di diritto d’autore e a ridiscutere lo stesso concetto di proprietà intellettuale. Proprio in virtù della facilità di circolazione nella rete, le leggi e le pene sono state inasprite, ma di converso si sono anche sviluppati fenomeni come il copyleft e le creative commons. Da quale delle due parti andrà la storia?

sabato 25 aprile 2009

Giornalismo a "pezzi"

C’era una volta l’informazione con la “I” maiuscola. Quella dei giornali sotto braccio con la testata ben visibile, dei telegiornali nazionali dell’ora di cena e delle radio ascoltate in macchina al ritorno dal lavoro. Un’informazione fissata quotidianamente da esperti artigiani capaci di intagliare perfettamente il flusso nodoso delle notizie e di lasciare sul tavolo a fine giornata statuette levigate e rassicuranti, simboli che racchiudevano sensi e significati, idoli che restituivano la realtà in una manciata di sillabe e immagini. Quell’informazione c’è ancora, ma non ha più la “I” maiuscola, ed è costretta a competere con una miriade di altre fonti portatrici di significati. Tutta colpa del web che ha disseminato l’informazione, l’ha resa fluida, impalpabile, multiforme.
Gli idoli sono stati infranti, e i loro resti fluttuano nella rete sotto forma si schegge impazzite. Schegge di frasi, di canzoni, di volti, di visioni a cui bisogna dare un senso. Sono schegge che viaggiano veloci nella corrente e che bisogna imparare a fermare senza farsi del male. Perché le schegge pungono, sia chi ci lavora per mestiere sia chi le osserva da utente, anche se la distinzione tra queste due categorie è ormai molto labile. Con le nuove tecnologie chiunque può infatti diventare non solo produttore di schegge ma anche portatore di senso, con tutti i rischi connessi. Prima di tutto quello che l’informazione si trasformi in mera comunicazione, e diventi inattendibile, falsa e interessata.
Il web rappresenta il futuro per il giornalismo. Chi si occuperà di informazione nelle rete dovrà però imparare ad usare un linguaggio diverso, sempre meno solido, sempre più frammentato.