
Il disegno di Fairey è stato eseguito di prima mano, partendo però da una foto scattata da Mannie Garcia per conto dell’AP. Dal momento che l’artista non ha in alcun modo fatto riferimento alla proprietà della foto, l’agenzia ha deciso di denunciarlo per violazione del copyright.
Fairey ha ammesso di essersi ispirato alla foto, che avrebbe trovato facendo una ricerca su Google Images, ma ha fatto appello alle eccezioni presenti nelle normative del copyright che permettono di usare liberamente un prodotto intellettuale altrui purché utilizzato per scopi di rilievo sociale e non di lucro, e finché non confligga con lo sfruttamento commerciale dell’opera. A testimonianza di ciò Fairey ha confermato che il disegno si può scaricare liberamente dal suo sito internet, ed ha anche aggiunto che dopo il suo disegno il valore della foto di Garcia è “sicuramente aumentato”(clicca qui per leggere le dichiarazioni che Fairey ha rilasciato in merito).
La questione legale è ancora aperta, ma già il pubblico si è diviso tra sostenitori e accusatori di Fairey: da una parte stanno quelli che chiedono la circolazione gratuita dei prodotti culturali nella rete, dall’altra invece chi difende a spada tratta il diritto alla protezione dell’opera intellettuale.
Questa controversia ha quindi rinnovato l’annoso problema del copyright e della libertà d’espressione in rete. L’arrivo di internet ha costretto in questi anni a rivedere le leggi in materia di diritto d’autore e a ridiscutere lo stesso concetto di proprietà intellettuale. Proprio in virtù della facilità di circolazione nella rete, le leggi e le pene sono state inasprite, ma di converso si sono anche sviluppati fenomeni come il copyleft e le creative commons. Da quale delle due parti andrà la storia?
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